La nostra vittoria sul nucleare

L’energia nucleare è sempre stata al centro del dibattito italiano, anche se è stato uno degli argomenti che non ha mai spaccato il paese. In Italia il nucleare non è mai stato accettato: un esempio su tutti quello della centrale di Montalto di Castro.

Era Il 26 giugno del ’74 quando il Presidente della Regione Lazio Santini approvò la localizzazione di una centrale elettronucleare nell’Alto Lazio, nella fascia costiera che comprende Montalto di Castro e altri undici Comuni. Un area dove le principali attività economiche come quella agricola e turistica. Il rischio che l’economia di entrambi i settori subisse la presenza dell’impianto ha coagulato subito le proteste di agricoltori, operatori turistici, possidenti. Si è formato un Comitato antinucleare e sono nate le prime iniziative di protesta, tra cui lo storico blocco della ferrovia
tirrenica, tra gli anni 70 e 80 ci sono state numerose proteste, la svolta arriva però con lo storico referendum del 8 novembre 1987 che si concluse con una netta affermazione dei «sì», che di media nei cinque quesiti raggiunsero circa l’80% delle preferenze.

Continuando questo viaggio nel tempo, arriviamo al 20 maggio 2020 con il decreto di disattivazione emanato dal ministero dello sviluppo: la centrale di Latina sarà l’ultima delle quattro centrali nucleari italiane ad essere smantellata.

Possiamo finalmente, dopo anni e anni di proteste e manifestazioni, dichiarare la lotta all’energia nucleare finita. Il pericolo del nucleare è stato dimostrato da tanti esempi nella storia mondiale da Chernobyl a Fukushima, lo stop al nucleare in Italia rappresenta una svolta per le generazioni future che non avranno conseguenze dagli
effetti delle scorie radioattive e dall’avvelenamento da radiazioni.

La battaglia è stata vinta ma la guerra continua, dove andranno a finire le scorie radioattive? Cosa ne sarà del dibattito sul nucleare? Tornerà ancora al centro del dibattito italiano?