La TAV: una grande opera dal grande impatto ambientale

Si sente sempre più spesso parlare della Tav Torino-Lyon come una grande opera strategica, ma qual è l’impatto che quest’opera ha sull’ambiente? Quali sono gli effetti che avrà sulla popolazione della Valle di Susa?

Innanzitutto, un forte problema è quello legato alla distribuzione d’acqua, in quanto molti acquedotti della Val di Susa non hanno la capacità di soddisfare le richieste delle immense infrastrutture che servirebbero per la realizzazione del TAV.

Consideriamo anche la presenza di amianto nel sottosuolo: basti pensare ai danni causati al Mugello proprio per la presenza di amianto quando venne costruita la tratta Firenze – Bologna; amianto poi lasciato nelle zone boschive tra Mugello e la Piana Firenze – Prato – Pistoia , come denunciato da Fridays For Future Prato. Con la costruzione della linea Torino-Lyon l’impatto dell’amianto sul territorio e la salute dei cittadini direttamente coinvolti sarebbe nettamente superiore a quello subito dalle città toscane sopracitate, trattandosi di un tunnel di 57km.

Il meteorologo e climatologo Luca Mercalli spiega come il solo cantiere sarebbe estremamente impattante sul clima: basti pensare alle decine di migliaia di viaggi dei camion che serviranno per portare il materiale nei cantieri, i materiali di scavo da smaltire, le talpe perforatrici e le migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo che verranno impiegate. Inoltre, e qui arriva la parte più interessante, Luca Mercalli evidenzia come il tormentone secondo cui spostare il trasporto di merci da gomma a rotaia ridurrebbe le emissioni sia parzialmente falso: “Quando il primo treno passerà su quella linea non si vedrà alcun vantaggio ambientale, in quanto per parecchi anni, ammesso che venga effettivamente usata a pieno carico come da previsione per ora sulla carta, il risparmio delle emissioni dovrà ripagare il debito di quelle rilasciate in fase di cantiere e di esercizio. Ammesso dunque che sia possibile, una prima riduzione netta delle emissione potrebbe avvenire non prima del 2040. Il clima però è già in estrema crisi adesso e l’ultimo rapporto Ipcc dice chiaramente che le emissioni vanno ridotte subito, altrimenti nel 2040 avremo già superato la soglia di sicurezza del riscaldamento globale di 1,5C°”.

Alla luce di questi dati, possiamo subito capire che quest’opera ha più contro che pro e che andrà a creare danni ingenti all’ecosistema della Valle di Susa e a influire sullo stile di vita degli abitanti del posto.