Alternanza scuola-lavoro: quale sicurezza?

I dati INAIL (www.inail.it) relativi alle morti “bianche” parlano chiaro: sono 1221 le persone che nell’ultimo anno, nel nostro paese, hanno perso la vita sul luogo di lavoro. Si tratta di un numero in leggera diminuzione rispetto al 2020, in cui le vittime erano 1270, ma ugualmente allarmante se pensiamo che, in media, sono morte tre persone al giorno. 

Purtroppo troppe notizie di incidenti sul lavoro compaiono sulla schermata del nostro cellulare oppure sono argomento di prima pagina del telegiornale e negli ultimi giorni ha fatto molto discutere il caso di Lorenzo Parelli, un giovane di appena diciotto anni morto durante l’alternanza scuola-lavoro in un contesto lavorativo il 21 gennaio 2022 presso la fabbrica “Burimec”, situata in una frazione di Pavia di Udine.

Dunque, è importante discutere del tema della sicurezza sul lavoro focalizzandosi su questo tema nell’ambito dell’alternanza  scuola-lavoro (attività introdotta nell’ordinamento scolastico come metodologia didattica dalla legge n.53/2008) essendo questo un problema che interessa molto da vicino i ragazzi frequentanti gli ultimi tre anni della scuola superiore.

In materia di sicurezza sul lavoro, in Italia è un caposaldo la legge 81/2008 che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro mentre per quanto riguarda l’alternanza scuola- lavoro il documento più importante è la “ Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza” che è a tutti gli effetti un regolamento per lo svolgimento delle attività. (Alternanza Scuola-Lavoro | Homepage (istruzione.it)

 In sintesi, gli studenti hanno il dovere di frequentare almeno tre quarti delle ore di attività  previste e di rispettare le norme in materia di igiene, salute e sicurezza vigenti nei luoghi di lavoro ospitanti. Infatti prima di iniziare le attività essi devono svolgere un corso sulla sicurezza molto simile a quello svolto dagli stessi lavoratori; al tempo stesso essi hanno il diritto di avere tutor interni ed esterni il cui numero varia in base al “ rischio” dell’attività  cui ci si sottopone e hanno il diritto di essere accolti in ambienti di formazione adeguati e sicuri.

Alla luce degli ultimi avvenimenti è evidente  quanto sia necessario fare chiarezza su questo tema; occorre, ad esempio,  rivedere l’organizzazione delle attività per garantire la massima sicurezza ai ragazzi considerando che questa è una delle prime occasioni in cui hanno l’opportunità di sperimentare un’ esperienza lavorativa.

Micaela Borrelli