Un terribile paradiso

Riesco a sentire la puzza nauseante anche a venti metri di distanza. La pelle appiccicata neanche mi fosse caduto addosso un barattolo di miele. Decido comunque di avvicinarmi a quello che per molti è definito “il posto più bello e rilassante sulla Terra”. Appena arrivo davanti a quella grande distesa di sabbia, inizio, anche se molto controvoglia, a camminarci, lasciandomi naturalmente i miei amati mocassini, perché già questo luogo è ripugnante, ma toccare con i piedi nudi questa sabbia mi sembra esagerato. Sento quest’ultima alzarsi a causa dei miei passi e del vento e me la ritrovo ovunque, negli occhi, nel naso e persino in bocca, dove mi lascia un sapore terribile, peggio di quando mangi qualcosa che odi profondamente. E questo dovrebbe essere un luogo rilassante, l’unica cosa che mi rilasserebbe veramente stando qui è ficcare la testa per terra morendo in pace, asfissiato. Decido comunque di rimettermi in marcia arrivando davanti al mare. Che puzza! Mi tappo il naso e con quello che ci rimane dei miei occhi, dopo tutta quella sabbia che mi è entrata dentro, osservo questa distesa d’acqua. Vomito, giuro! L’acqua è verde come la fogna, ci sono talmente tante alghe viscide che alcune mi arrivano ai piedi, trasportate dall’acqua. Con il naso ancora tappato, la bocca amara e gli occhi ormai bruciati, me ne vado, guardando di tutto tranne che quel terribile paradiso.