Sanremo: quali sono le differenze tra il 2021 e il 2022?

Quali sono le differenze tra il Sanremo vinto dai Maneskin con ‘’Zitti e Buoni’’ e quello vinto da Mahomood e Blanco con ‘’Brividi’’?

Nel 2021 Sanremo è stata una ventata d’aria fresca per il popolo italiano distrutto da un anno di pandemia e restrizioni. Nonostante il difficile periodo, la Rai è riuscita ad organizzare il festival di Sanremo, uno dei pilastri della cultura musicale del nostro Paese, portando della buona musica nelle case degli italiani e presentando molti nuovi artisti sul palco dell’Ariston.

Tra gli esordienti proprio i Maneskin, la band rock che ha rivoluzionato l’albo d’oro di Sanremo vincendo a sorpresa la 71^ edizione con il brano ‘’ZITTI E BUONI’’.

La band, vero e proprio orgoglio italiano, a distanza di pochi mesi dalla vittoria di Sanremo ha sbaragliato la concorrenza europea vincendo anche l’Eurovision Song Festival e diventando una delle band italiane più famose nel mondo.

I Maneskin sono stati l’innovazione più importante che ricorderemo per sempre di questa edizione, insieme alla desolante veduta della platea del teatro Ariston completamente vuota: le note degli artisti con difficoltà hanno riempito il vuoto che ogni sera cantanti, presentatori e pubblico da casa osservavano nell’Ariston.

Il tema principale di Sanremo 2021 è stato sicuramente la pandemia che da ormai due anni ha stravolto la nostra vita; per poter omaggiare tutti coloro che sono stati in prima linea durante la pandemia, Amadeus ha deciso di portare sul palco la voce dell’infermiera simbolo, Alessia Bonari.  

Se nell’edizione di Sanremo 2021 la parola d’ordine era ‘’Covid19’’, nella nuova edizione del 2022 la parola d’ordine è stata ‘’libertà’’.

Il concetto di libertà è stato scelto accuratamente dallo stesso Amadeus, infatti ha portato sul palco tantissimi giovani, Mahomood e Blanco, Michele Bravi, Ana Mena, Irama, Achille Lauro ma anche moltissimi personaggi celebri della musica italiana, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Iva Zanicchi. Tuttavia, Amadeus non si è limitato solamente a portare grandi voci sul palco ma è riuscito ad esprimere nel migliore dei modi il concetto di inclusione portando  all’Ariston moltissimi ospiti. 

Per poter esprimere al meglio il concetto di inclusione, Amadeus ha deciso di essere accompagnato ogni sera da una conduttrice diversa proprio per mostrare l’unicità di ognuna di esse. 

La co-presentatrice che ha fatto parlare più di sé e dei suoi interventi è stata sicuramente Drusilla Foer – maschera dell’attore fiorentino Gianluca Gori- che ha intrattenuto il pubblico per tutta la durata della serata per poi stupirlo con il monologo sull’unicità delle persone, molto seguito e apprezzato nel passaggio:

 “Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull’integrazione, sulla diversità. Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento.

Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo. Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Ma talenti e convinzioni devono essere curati.”.

Uno degli episodi più emozionanti è avvenuto nell’ultima serata, quando  l’attrice Maria Chiara Giannetta ha deciso di celebrare il concetto di unicità e libertà presentando sul palco dell’Ariston un gruppo di ragazzi con diverse disabilità sottolineandone la tipologia e presentandole come le caratteristiche che li rendono speciali nel loro genere.

Nonostante ci sia un anno di distanza tra queste due edizioni molte sono state le differenze principali tra queste e, soprattutto, grande è stata la volontà, da parte di Amadeus e della Rai, di avvicinarsi alla nuova generazione sempre più lontana dalla televisione italiana e attratta dai più grandi colossi dello streaming (Netflix, Amazon Prime,…).