La TAV: è davvero un’opera strategica?

A quasi 20 anni dall’inizio dei lavori della linea ferroviaria ad alta velocità la discussione sulla sua utilità e ancora al centro di molte polemiche

Quando si discute di Tav da quasi trent’anni. La sigla indica, in generale, le ferrovie ad alta velocità, ma nel dibattito pubblico italiano vuol dire una cosa sola: il progetto che coinvolge il nuovo asse ferroviario tra Italia e Francia e, più nello specifico, tra Torino e Lione. La lunghezza complessiva del tracciato è di 270 km, di cui il 30% (81 km) in Italia e il 70%(189 km) in Francia , e un doppio tunnel di più di 60 km

Perchè la Tav è stata ed è oggetto di contestazioni da parte della popolazione della val di susa? È davvero un opera strategicamente importante?

La maggior parte dei treni passeggeri veloci italiani diretti in Francia viaggiano diretti verso Parigi, passando sulla Linea Storica; per Lione invece c’è una domanda talmente bassa che nel 2004 sono stati soppressi definitivamente i treni (viaggiavano con un passivo annuo di 6 milioni di euro); inoltre, le quantità di merci scambiate attraverso i valichi alpini del nord-ovest italiano sono in costante calo sia su ferrovia, sia su autostrada.

Un altro fattore da non sottovalutare, quando parliamo della Tav Torino-Lione è quello dell’impatto ambientale: Massimo Zucchetti, docente universitario presso il Politecnico di Torino, sottolinea come “in una valle che per anni viene trasformata in un cantiere a cielo aperto, la salute della popolazione è già stata compromessa. Infatti il cantiere ha già provocato un aumento rilevante di particolato e polveri sottili provenienti dallo smarino, oltre che un aumento considerevole di Co2 e inquinamento dovuto a lavori che dureranno altri 10 o 20 anni, che andrebbero a gravare sull’ambiente di più rispetto al risparmio di emissioni dovute allo smaltimento del traffico di TIR autostradale. Senza contare la già ampiamente nota presenza nelle rocce delle Alpi occidentali di tracce di amianto e uranio, un bel rischio nel caso venissero raggiunte durante gli scavi”.

È innegabile che in questo momento storico abbiamo bisogno di infrastrutture moderne e che riducano l’impatto ambientale, ma queste, soprattutto quando sono a impatto altissimo devono essere concordate con il territorio e con le persone che lo abitano.

Per poter capire meglio che ne sarà del territorio in cui si vive e muoversi per preservarlo in un ottica futura. Alla luce di questi dati cosa è giusto utilizzare denaro pubblico per un opera inutile? Non sarebbe meglio utilizzare questi fondi per costruire nuove infrastrutture al sud, dove il tasso di soddisfazione per i mezzi pubblici è molto più basso rispetto al nord.

Non si dovrebbe considerare la totalità delle persone rispetto al benessere di pochi quando si parla di grandi opere nazionali?

livello soddisfazione trasporti pubblici (dato BES)